Inizialmente nella fase prodromica o premotoria si osservano sovrappeso o obesità legate alla riduzione dell’attività motoria e all’ alimentazione incontrollata conseguente all’effetto collaterale della terapia farmacologica basata su dopamino-agonisti, si possono riscontrare altresì stipsi, che tende a peggiorare con il progredire della malattia, disturbi del sonno e riduzione del senso dell’olfatto.

Sarà quindi utile in questo periodo gestire correttamente l’introito calorico degli alimenti in funzione del dispendio giornaliero onde evitare aumenti del grasso corporeo e alterazioni metaboliche.

Per contrastare la stitichezza è necessario invece aumentare l’apporto di fibre, avere una corretta idratazione e utilizzare supplementi pre-probiotici come latte fermentato, fibra psyllium ed occasionalmente lassativi osmotici.

Quando si passa allo stadio precoce di malattia i principali sintomi che si manifestano sono difficoltà motorie, dolore e fatica. I pazienti che si trovano in questa fase e quelli che non rispondono all’utilizzo di dopamino-agonisti o inibitori di MAO, vengono trattati con Levo-Dopa. L’alimentazione svolge qui un ruolo fondamentale per contribuire al miglioramento dell’efficacia della terapia con tale farmaco. Sarà quindi utile pianificare una dieta dissociata con una corretta distribuzione proteica nel periodo serale, in quanto esiste una competizione nell’assorbimento a livello celebrale tra gli amminoacidi presenti nelle proteine alimentari e la L-Dopa (amminoacido neutro) che porterebbe ad una minor efficacia della terapia, così come l’introduzione eccessiva di fibre o grassi in concomitanza con l’assunzione del farmaco. Infatti gli alimenti che rallentano lo svuotamento gastrico determinano una maggiore esposizione di L-DOPA a degradazione da parte di enzimi gastrici con minor assorbimento intestinale. Risulta quindi importante scongiurare una malnutrizione sia proteica che energetica calibrando in maniera corretta la quantità di cibo da assumere.


Nello stadio avanzato tardivo infine si riscontrano, stipsi, disfagia (difficoltà a deglutire), ipotensione ortostatica, complicanze motorie, disturbi urinari e instabilità posturale. Come nello stadio precoce una corretta gestione del fabbisogno calorico è fondamentale per mantenere un adeguato stato nutrizionale che la disfagia può alterare, bisogna quindi porre attenzione alla consistenza dei cibi, aiutandosi eventualmente con prodotti come addensanti o diluenti e gestire le dimensioni del cibo.

In via generale per i malati di Parkinson, un’alimentazione corretta deve, naturalmente tenendo conto della terapia farmacologica, essere ricca in fibre (lontane dall’assunzione del farmaco) nello specifico di verdura, frutta e cereali integrali. Utile il consumo di pesce in particolare quello azzurro come sarde, sgombri, pesce spada, ricciola, etc., poiché ricco in acidi grassi polinsaturi. È scientificamente dimostrato che un’alimentazione che prevede l’utilizzo di noci, carni bianche e bevande come caffè, the verde e latte fermentato è associata a notevoli benefici. Importante è evitare l’eccesso di zuccheri semplici e alimenti “grassi” o poco digeribili. In ultimo ma di fondamentale importanza è il mantenimento di una corretta idratazione con l’introduzione di almeno 2 litri di acqua al giorno.